Promozione: festival dell’errore al Comunale, il Certosa vince 3-2 sulla Vivace

Bella a metà. La Vivace Grottaferrata cade in casa contro il Certosa al termine di una partita dominata sotto il punto di vista del gioco ma si infligge praticamente da sola tre reti, lasciando i tre punti agli avversari.

Con una gara difensiva, accorta e ordinata, il Certosa si affida al lancio lungo e al contropiede. Proprio su un lungo rinvio dalla difesa, Modesti anticipa Morgante in uscita, disturbato dal sole e non coperto dai difensori, siglando il vantaggio ospite nel primo quarto d’ora.

Pronta la reazione dei ragazzi di mister Gioacchini che trovano il pari con un tiro di Valerio Parroni leggermente deviato da un avversario al termine di un veloce ribaltamento orchestrato da Belli e rifinito da Raponi, 1-1.

Il Grottaferrata mantiene il pallino del gioco ma manca nell’ultimo passaggio ed è disattento sulle palle inattive in difesa. Dopo soli quattro minuti dall’inizio della ripresa, proprio su una punizione laterale, giunge il nuovo vantaggio ospite con Liotti che evita il fuorigioco e di testa da posizione ravvicinata batte Morgante, 1-2.

L’attaccante del Certosa mette in difficoltà Macrì che al 65′ lo stende nella propria area di rigore. Liotti va dal dischetto, Morgante indovina l’angolo ma il pallone sbatte sul palo. La respinta finisce sui piedi del n.10 che segna ma è fuorigioco.

Gioacchini inserisce Tiberi in avanti ed è la mossa giusta: il centravanti spacca la difesa avversaria e, sfruttando una dormita di Narcisi, recuperando la palla nell’area avversaria, siglando il 2-2 al 32′ della ripresa.

Sembra il preludio all’assedio finale dei padroni di casa ma il Certosa riesce a sfruttare nuovamente una punizione dalla trequarti per un fallo sciocco. Una deviazione aerea alza un campanile che scende sotto la traversa, Morgante cerca di bloccare il pallone ma gli sfugge e da due passi è proprio Narcisi ad arrivare per primo per il tap-in vincente, 2-3.

Punti persi male dalla Vivace che recrimina anche per un episodio a dir poco lampante nei minuti di recupero: una punizione di Monaco diretta in porta viene deviata in angolo col gomito alto dalla barriera, posizionata all’interno della propria area di rigore. L’arbitro e il guardalinee indicano il calcio d’angolo tra le proteste di Buzi e compagni.